Andy Murray e la sua nuova fiducia ritrovata

14 Aprile 2019 Off Di Tennis_player

Il trionfo di Andy Murray agli US Open del 2011 per rivendicare il suo primo grand slam ha chiaramente dimostrato che una nuova fiducia trovata sta crescendo all’interno dello scozzese, noto per il suo soffocamento negli ultimi momenti di gloria.

La vittoria ha sicuramente vissuto un enorme fardello dalla spalla e si è guadagnato la necessaria fiducia nelle sue capacità. Tutto questo mentre Murray ha affrontato un’enorme pressione delle aspettative dei suoi compagni di paese che desiderano un titolo di grand slam (singolare maschile), qualcosa che la nazione non è riuscita a vincere per 76 lunghi anni.

Alla fase finale degli US Open, Murray ha avuto un significativo vantaggio di due set contro il campione in carica Novak Djokovic e la possibilità di creare storia. Tuttavia, il venticinquenne è stato spinto a cinque dal numero uno del mondo in una storica battaglia di nervi. L’inglese ha scavato in profondità per la stupidità e la forza mentale per surclassare finalmente il grande servo serbo e vincere l’emozionante incontro.

Murray e l’arte del soffocamento hanno un rapporto insondabile che diventa imminente quando il terzo seme britannico gioca partite brutali della sua carriera.

Avendo già perso quattro finali importanti tra il 2008 e il 2012, l’alto giocatore magro non ha potuto nascondere la sua delusione e le lacrime di angoscia quando ha perso le finali di Wimbledon. Il venticinquenne aveva di nuovo perso contro Roger Federer per la terza volta da quando era a capo di un set all’inizio.

Le perdite lo hanno comunque trasformato in un giocatore migliore e gli hanno insegnato come affrontarlo in situazioni in cui la pressione è intensa.

La sua fiducia in se stesso è salita al massimo, specialmente dopo aver vinto l’oro olimpico a Londra contro Federer – appena un mese dopo la sconfitta contro l’All England Clubs.

Il sorprendente turnaround è anche strumentale nel consentire allo Scott di vincere il suo primo importante agli US Open 2012, dove ha sconfitto il numero uno del mondo Novak Djokovic in un epico quintetto. La vittoria ha anche concluso un’attesa lunga 76 anni per un uomo britannico che ha vinto un titolo per il Grande Slam.

Il successo del terzo numero mondiale può anche essere attribuito al suo nuovo allenatore Ivan Lendl che, come Murray, aveva già perso quattro slam prima di andare a conquistare otto major nella sua carriera.

Schioccando il four-final skid in major e la lunga attesa di una nazione per un grande vincitore, e sfidando un risoluto contrattacco da Djokovic per vincere il primo slam della sua carriera dimostra chiaramente che Murray sta finalmente mostrando le potenzialità che ha sempre avuto.

La stella nata a Dunblane è qui per stare con più titoli di campionato in linea, cavalcando la nuova fiducia che vede essere l’atlante consegnatogli.