Psicologia del tennis – Andy Murray e The Beatability Facto

8 Maggio 2019 Off Di Tennis_player

Così la ricerca di Andy Murray per quel primo sfuggente Grand Slam continua. Un terzo round da vincere a Flushing Meadows con Stanislas Wawrinka termina con una sconfitta.

Murray sembra frustrato e confuso nella sua conferenza stampa. Frustrato nella sconfitta, ma confuso sul perché il suo gioco lo abbia deluso, quando ne aveva più bisogno.

Con ogni sconfitta, la capacità di Murray di rivendicare un Grande Slam diminuisce. Perché diventa “battibile”. Cioè, i suoi avversari sanno che se sondano a lungo e abbastanza duramente, troveranno fessure nella sua armatura.

O fessure tecniche, o mentali. E quelli mentali sono auto-imposti. È come se Murray, nel mezzo di una crisi di mezza partita, perde di vista il suo percorso verso la vittoria. Le immagini chiare, che creano la strategia e quindi alimentano la convinzione di come vincere.

Così Murray entra e esce dalla “zona”. Nella “zona” sembra il vero affare. Quando scivola fuori dalla “zona”, commette errori. E gli avversari duri in battaglia incassano.

Murray deve imparare come rimanere nella ‘zona’. E capisci quali pensieri e stati d’animo lo fanno scivolare fuori da esso. Forse nella sua analisi delle partite in campo, non riesce a pensare chiaramente sotto pressione, o preoccupa troppo? O addirittura dubita di se stesso, o si picchia a causa delle sue grandi aspettative.

In ogni caso, senza Murray si risolve questo dilemma, quindi non vincerà mai un Grande Slam. Per quanto possa avere le capacità tecniche, non ha ancora le capacità mentali di un campione!